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Borda: La Strega delle Paludi tra Mito, Folklore e Verità

La Borda è una figura leggendaria radicata nel folklore dell’Emilia-Romagna e della Pianura Padana. Questa creatura, spesso descritta come una strega bendata e orribile, incarna le paure ancestrali legate alle zone paludose e nebbiose, fungendo da monito per tenere lontani i bambini da luoghi pericolosi.


Origine e Diffusione del Mito

La leggenda della Borda affonda le sue radici nel folklore della Pianura Padana, con prime menzioni nella letteratura scritta risalenti alla fine del XIX secolo. Tuttavia, l’origine del racconto è molto più antica, probabilmente risalente all’epoca celtica.

Alcuni studiosi collegano la sua figura alla divinità celtica Borvo, associata alle acque termali e sorgive, il cui culto era diffuso in diverse aree del Nord Italia e dell’Europa occidentale.


Descrizione della Creatura

La Borda è descritta come una strega orribile, con gli occhi coperti da una benda, che emerge dalle acque delle paludi durante le ore notturne o nelle giornate nebbiose. Si dice che uccida chiunque abbia la sventura di incontrarla, specialmente i bambini. In alcune versioni, la Borda abita nel fondo di pozzi e stagni, pronta ad afferrare e trascinare sott’acqua i malcapitati.


Varianti Regionali e Nomi Locali

Il nome “Borda” varia a seconda delle regioni:

  • Bourda nel Bolognese
  • Bùrda nel Ferrarese
  • Bûrda o Burdâna nel Reggiano
  • Bordón a Parma
  • Bordö o Bordoeu a Milano, dove assume il significato di “Orco”
  • Bordò nel Bormiese, con un’accezione spregiativa

In alcuni dialetti, come il milanese e il cremasco, la parola “borda” significa “nebbia” o “vapore condensato a terra”, mentre nel bergamasco può indicare anche una maschera di cartapesta.


Funzione Pedagogica e Sociale

La leggenda della Borda serviva come strumento educativo per tenere lontani i bambini da zone pericolose come paludi, stagni e canali. Le storie su di lei erano spesso raccontate sotto forma di ninne nanne, come quella romagnola che recita.

“Ninna nanna, la Borda lega i bei bambini con una corda. Con una corda e con una cordicella, lega i bei bambini e poi li stringe, con una corda e con un legaccio, lega i bei bambini e poi li ammazza.”

Queste narrazioni avevano lo scopo di inculcare nei giovani il timore e il rispetto per i pericoli naturali.


Interpretazioni Antropologiche e Archeologiche

Alcuni studiosi suggeriscono che la figura della Borda possa derivare da antichi culti celtici, in particolare quelli legati alle divinità delle acque come Borvo e Bormana. La pratica di sacrifici umani in questi culti potrebbe spiegare le storie di bambini strangolati e annegati associate alla Borda. Ritrovamenti archeologici, come la mummia di Tollund in Danimarca, supportano l’ipotesi di tali pratiche rituali.


La Borda nella Cultura Popolare Contemporanea

La leggenda della Borda continua a influenzare la cultura popolare. Lo scrittore ravennate Eraldo Baldini ha reso centrale questa figura nel suo romanzo “Mal’aria”, da cui è stata tratta un’omonima miniserie televisiva. Inoltre, la Borda è spesso menzionata in articoli e racconti che esplorano il folklore e le tradizioni dell’Emilia-Romagna.


Per Concludere

La Borda rappresenta una delle figure più affascinanti e complesse del folklore italiano. Simbolo di paure ancestrali legate alla natura e ai suoi pericoli, questa leggenda ha attraversato i secoli, adattandosi e mantenendo viva la memoria collettiva delle comunità della Pianura Padana.

Oggi, la Borda continua a vivere nelle storie, nelle tradizioni e nella cultura popolare, testimoniando la ricchezza del patrimonio folklorico italiano.

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