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Chiesa del Santissimo Sacramento di Gradara: Storia e Curiosità

La Chiesa del Santissimo Sacramento di Gradara sorge all’interno delle mura del borgo medievale, lungo la via principale che conduce verso la Rocca, e rappresenta un gioiello poco noto ma ricco di storia, arte e devozione.

Origini e fondazione

La chiesa fu costruita nel 1597 per volontà della duchessa Vittoria Farnese, su iniziativa della Confraternita del Santissimo Sacramento. L’edificio venne voluto come sede per la confraternita che, fino ad allora, aveva la propria sede nella Pieve di Santa Sofia.

Nel corso del Settecento, precisamente intorno al 1750, la chiesa fu ricostruita ex novo, assumendo l’aspetto attuale.

La chiesa venne aperta al pubblico e benedetta il 28 ottobre 1751 dal Vescovo Umberto Luigi Radicati.

Collocazione e contesto urbano

La Chiesa del Santissimo Sacramento si trova nella parte inferiore del borgo, lungo la strada principale che conduce al Castello di Gradara, a poca distanza dalla porta d’ingresso della rocca. È posizionata in modo da essere uno dei primi edifici sacri incontrati dai visitatori che risalgono il borgo medievale.

Il borgo di Gradara stesso ha una storia antica: sorto su un colle a 142 metri sul livello del mare, con fortificazioni e mura doppie, è noto per la celebre vicenda di Paolo e Francesca, cantata da Dante. In questo contesto, la chiesa rappresenta un momento di devozione “borghese” inserito all’interno di un sistema urbano dominato da castelli, mura e percorsi medievali.

Architettura e struttura

La Chiesa del Santissimo Sacramento di Gradara ha una pianta semplice ad aula unica, con presbiterio rialzato e separato dall’aula mediante una balaustra in pietra scolpita. Le pareti e il soffitto sono tinteggiate di bianco, accompagnate da decorazioni in stucco.

L’altare maggiore è addossato alla parete di fondo e arricchito da marmi policromi; sopra di esso, in una cornice di stucco, si trova la pala dell’Ultima Cena attribuita al pittore urbinate Antonio Cimatori, risalente al 1597.

Sotto l’altare maggiore, in un’urna di vetro e legno, riposa il corpo di San Clemente, martire romano del II secolo. All’interno sono presenti anche due altari laterali con mensole in marmo e paliotti a urna in marmo.

Un elemento di pregio presente nella controfacciata è un organo a mantice del Settecento, opera attribuita al maestro Gaetano Callido, costruito probabilmente nel 1783 e restaurato tra il 2006 e il 2007 da Luciano Peroni.

Nel 2003 la chiesa subì un restauro significativo per recuperare decoro e stabilità strutturale.

Arte, devozioni e reliquie

La pala d’altare raffigurante L’Ultima Cena è un’opera centrale per l’identità artistica della chiesa. Il pittore Antonio Cimatori operò attorno alla seconda metà del Cinquecento; l’opera è firmata e datata 1597. È interessante che nella scena compaia in primo piano un cane, mentre gli apostoli sono disposti attorno a una tavola vista di scorcio.

La presenza della reliquia di San Clemente è un elemento distintivo: la chiesa è anche nota come chiesa di San Clemente, poiché le spoglie del martire furono traslate dalle catacombe romane e custodite sotto l’altare maggiore.

La Confraternita del Santissimo Sacramento partecipava attivamente alla vita religiosa locale, promuovendo devozioni, celebrazioni e pratiche liturgiche legate all’adorazione eucaristica.

L’organo Callido rappresenta un bene storico-musicale degno di nota, sia per l’autore che per l’importanza del restauro moderno.

Funzione liturgica e amministrazione ecclesiastica

La chiesa fa parte della Parrocchia di San Giovanni Battista a Gradara. In origine fu soggetta alla gestione della Confraternita del Santissimo Sacramento; con l’abbandono delle attività confraternali nel tempo, la chiesa è stata donata alla parrocchia vicina.

La funzione liturgica è attiva: la chiesa viene tuttora officiata per alcune celebrazioni sacre, anche se non è la sede principale delle funzioni parrocchiali. Il restauro dell’organo e il decoro interno garantiscono un ambiente adatto alla preghiera.

Curiosità, leggende e tradizioni locali

Una curiosità interessante riguarda la raffigurazione dell’Ultima Cena: la presenza del cane in primo piano non è comune in opere sacre di quel tipo, e alcuni studiosi suggeriscono che possa simboleggiare la lealtà o la fedeltà, elementi cari alla confraternita che promuoveva la devozione al Santissimo Sacramento.

Tra le leggende locali si racconta che durante la festa del Corpus Domini, anticamente la Confraternita organizzasse processioni solenni che partivano dalla chiesa del SS. Sacramento verso il castello, illuminando il borgo con lumi e stendardi, in un momento di grande partecipazione popolare: un rito di luce che univa il culto e la città fortificata.

Un’altra tradizione orale suggerisce che alcuni fedeli del contado, nelle notti del Giovedì Santo, si recassero di nascosto a pregare dentro la piccola chiesa per un contatto intimo con la reliquia di San Clemente, considerandola un luogo di protezione contro le calamità.

Queste credenze, pur non documentate in fonti ufficiali, fanno parte del folklore religioso locale e testimoniano il forte legame spirituale tra la comunità e la chiesa.

Ruolo nel sistema religioso locale e relazioni con altri edifici sacri

Gradara ospita altri edifici di rilievo come la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, situata anch’essa all’interno del borgo, la Pieve di Santa Sofia (nota anche come Pieve Vecchia) e la cappella della Rocca dedicata a San Giovanni Evangelista.

La Pieve di Santa Sofia è una delle più antiche, forse risalente ai secoli VII–VIII, e rappresenta l’origine del cristianesimo nel contado di Gradara. Con il tempo la funzione parrocchiale si spostò verso l’interno del borgo, e la Confraternita del Santissimo Sacramento prese parte attiva nella cura religiosa degli abitanti del castello.

La chiesa del SS. Sacramento, pur non essendo la chiesa principale del borgo, ha avuto un ruolo significativo come centro confraternale e devozionale per la comunità interna alle mura.

Restauri, stato attuale e valorizzazione culturale

Il restauro del 2003 permise di recuperare decoro, stabilità e parte del patrimonio artistico interno. L’organo è stato restaurato nel 2006-2007 dall’organaro Luciano Peroni di Pesaro.

Nel 2015, a seguito della cessazione dell’attività della Confraternita del Santissimo Sacramento, la chiesa venne donata alla Parrocchia di San Giovanni Battista. Questo passaggio segnò un cambiamento nella gestione, ma garantì la continuità dell’uso sacro della struttura stessa.

La chiesa è tutt’oggi visitabile e parte dei percorsi storici-culturali del borgo di Gradara, inserita fra le attrattive ecclesiastiche meno note rispetto al castello, ma con un’importanza discreta nella storia religiosa locale.

Importanza storica, valori artistici e spirituali

La Chiesa del Santissimo Sacramento di Gradara rappresenta un esempio di chiesa confraternale settecentesca nelle Marche, con un patrimonio artistico modesto ma significativo. La pala dell’Ultima Cena di Cimatori, l’urna con le reliquie di San Clemente e l’organo di Callido costituiscono i punti di forza artistici dell’edificio.

Dal punto di vista spirituale, la presenza della confraternita e l’uso liturgico nel tempo indicano che l’edificio non fu mai solo decoro, ma centro vivo di devozione e liturgia.

Storicamente, il collegamento con Vittoria Farnese è significativo: membri delle famiglie nobili sovente promuovevano edifici di culto nei loro domini per consolidare prestigio e devozione. In questo senso, la chiesa fu un atto di mecenatismo religioso nel contesto del dominio Farnese e della rete confraternale del tempo.

Suggerimenti per i visitatori oggi

Vale la pena visitare la chiesa combinandola con la salita al castello e la visita delle mura, per cogliere la continuità storica e artistica del borgo.
All’interno, osservare con attenzione la pala dell’Ultima Cena e notare il dettaglio del cane in primo piano.
Controllare gli orari delle funzioni liturgiche: non sempre la chiesa è aperta al pubblico, in quanto condivide attività con la parrocchia vicina.
Se possibile, ascoltare l’organo restaurato: la qualità musicale è un valore aggiunto non immediatamente evidente.
Nel periodo del Corpus Domini o delle feste patronali, chiedere in parrocchia se sono previste iniziative speciali legate alla devozione storica della confraternita.

Per chi volesse visitare la Chiesa del Santissimo Sacramento di Gradara ecco la posizione su Google Maps: qui

N.B. L’immagine in evidenza e le altre immagini nell’articolo appartengono a StorieUrbane.it e se volete riutilizzarle potete citarne la fonte.

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