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Chiesa della Croce: storia e curiosità della Chiesa di Senigallia

Origine e committenza della Chiesa della Croce

La Chiesa della Croce è uno dei luoghi più affascinanti di Senigallia. Fu edificata per volere della Confraternita del Sacramento e della Croce, una delle più attive della città fin dal Cinquecento. La sua funzione era legata non solo al culto religioso, ma anche alla carità, con attività di assistenza agli indigenti e ai malati.

La costruzione iniziò verso la fine del XVI secolo e la consacrazione avvenne nel 1608. La progettazione viene attribuita all’architetto ducale Muzio Oddi, figura di spicco dell’epoca, che disegnò una struttura capace di coniugare semplicità esterna e ricchezza interiore.

La facciata, invece, fu probabilmente realizzata da Girolamo Marini da Barchi, altro nome noto nell’architettura marchigiana.

La chiesa nacque come oratorio della confraternita e rimase sempre legata alla spiritualità del gruppo, che vi svolgeva cerimonie e opere di misericordia.

Architettura esterna: sobrietà rinascimentale

La facciata della Chiesa della Croce è sobria, in stile tardo rinascimentale. Quattro lesene scandiscono lo spazio verticale e terminano in capitelli compositi che sorreggono il timpano triangolare. Al centro del timpano è visibile un oculo circolare, elemento semplice ma elegante, incorniciato da motivi geometrici in pietra d’Istria.

Sopra il portale spicca una frase di Sant’Agostino incisa nella pietra:
“Erigis et fugit a te humilias te et venit ad te”
che significa “Se ti esalti, il Signore fugge da te; se ti umili, Egli viene a te”.

Questo monito spirituale richiama lo spirito di umiltà che la confraternita voleva trasmettere ai fedeli e che ancora oggi affascina i visitatori.

Interno della Chiesa della Croce di Senigallia: lo splendore barocco

Varcando la soglia, si rimane colpiti dallo straordinario contrasto tra l’esterno austero e l’interno ricco di decorazioni barocche. La pianta è rettangolare, semplice e raccolta, ma l’allestimento interno colpisce per la sua raffinatezza.

Le pareti sono rivestite con pannelli lignei dorati, intagliati e decorati con motivi floreali, angeli e simboli sacri. Ogni elemento contribuisce a creare un ambiente prezioso, luminoso e al tempo stesso intimo, adatto alla preghiera e alla meditazione.

Gli altari e le opere principali

La chiesa ospita sette altari, oltre a quello maggiore. Ognuno aveva in origine una funzione legata a corporazioni cittadine o confraternite minori.

L’altare maggiore è il cuore della chiesa: decorato con bassorilievi dorati, putti e motivi floreali, custodisce una croce lignea e la statua del Cristo morto, datata al XVII secolo.

Sopra di esso campeggia la celebre pala di Federico Barocci, uno dei grandi maestri del Rinascimento urbinate. L’opera, intitolata Trasporto di Cristo al Sepolcro, fu realizzata tra il 1579 e il 1582 e rappresenta un momento di intensa drammaticità. Sullo sfondo, Barocci volle inserire il Palazzo Ducale di Urbino, omaggio alla sua città natale.

Ai lati della pala si trovano quattro tele di Giovanni Anastasi, pittore senigalliese, che raffigurano la Natività, l’Adorazione dei Magi, l’Angelo annunziante e la Vergine annunziata.

Gli altari laterali presentano a loro volta opere di grande rilievo:

  • Un altare dedicato a Santa Barbara, con colonne a forma di cannoni, decorazioni militari e una tela del pittore veronese Claudio Ridolfi.
  • Un altare con una Crocifissione sempre attribuita a Ridolfi.
  • Un altare con la Sacra Famiglia e san Gregorio che intercede per le anime del Purgatorio, risalente al primo Seicento.
  • Un altare con la Vergine Assunta in cielo con san Francesco e san Nicola da Tolentino, eseguito da una bottega marchigiana del XVII secolo.
  • Un altare con una tela raffigurante la Madre del Buon Consiglio, molto venerata e cara a papa Pio IX, che fu confratello della Croce.
  • Un altare con un Crocifisso tra angeli adoranti, con san Tommaso d’Aquino e san Bonaventura. Quest’opera è stata restaurata nel 1997.

Il soffitto e l’organo Callido

Il soffitto ligneo a cassettoni è decorato con motivi geometrici e simboli eucaristici. Al centro spicca il simbolo della Croce, segno distintivo della confraternita.

Sulla controfacciata si trova la cantoria che ospita un prezioso organo a canne, costruito nel 1775 dal veneziano Gaetano Callido, uno degli organari più celebri del Settecento. Lo strumento, ancora funzionante, è apprezzato dagli studiosi e dagli appassionati di musica sacra.

Il contrasto tra esterno ed interno

Una delle peculiarità della Chiesa della Croce è proprio il suo contrasto: esternamente sobria, quasi anonima, internamente un trionfo di barocco. Questa dicotomia colpisce i visitatori, che spesso non immaginano lo splendore che li attende dietro la facciata semplice.

Molti studiosi ritengono che la scelta fosse voluta: la chiesa doveva essere luogo di raccoglimento e modestia verso l’esterno, ma di intensa spiritualità e bellezza all’interno, per avvicinare i fedeli al mistero divino.

Personaggi legati alla Chiesa della Croce

Tra le figure legate a questa chiesa spicca Giovanni Maria Mastai Ferretti, il futuro Papa Pio IX. Da giovane, egli fu confratello della Croce e mantenne sempre vivo il legame con l’oratorio. La devozione a questa chiesa si riflette anche nella sua predilezione per alcune immagini sacre custodite al suo interno.

La confraternita, dal canto suo, ebbe un ruolo fondamentale nella vita religiosa e sociale di Senigallia: si occupava di opere di carità, funerali dei poveri, sostegno agli ammalati e promozione della devozione eucaristica.

Curiosità e leggende legate alla Chiesa della Croce

Sebbene non vi siano leggende miracolose tradizionali, la chiesa conserva un fascino particolare che ha alimentato racconti locali.

Una delle curiosità più note riguarda la pala di Barocci: il pittore decise di inserire nel paesaggio un riferimento alla sua Urbino, creando un legame simbolico tra la sua città natale e la comunità di Senigallia.

Un’altra curiosità riguarda il motto agostiniano inciso sul portale: nel corso dei secoli è stato oggetto di riflessioni e meditazioni, tanto da essere ricordato dai fedeli come un vero e proprio insegnamento spirituale.

La presenza dell’organo di Callido, ancora funzionante, è considerata una piccola meraviglia musicale, capace di restituire l’atmosfera sonora originale del Settecento.

Orari di visita e apertura al pubblico

La Chiesa della Croce di Senigallia è generalmente aperta la mattina e in alcuni pomeriggi della settimana. Durante l’estate, soprattutto nei mesi di luglio e agosto, sono previste aperture serali straordinarie.

Le visite ordinarie sono gratuite, mentre per aperture straordinarie o gruppi organizzati è richiesto un piccolo contributo simbolico.

Valore turistico e culturale della Chiesa della Croce

Oggi la Chiesa della Croce è considerata uno dei gioielli più preziosi di Senigallia, tanto da essere definita spesso “piccolo scrigno barocco”.

Per i turisti, rappresenta una tappa obbligata nei percorsi culturali cittadini, grazie alla qualità delle opere custodite e al contrasto architettonico che la caratterizza.

Gli studiosi di arte sacra vi riconoscono un esempio significativo della diffusione del barocco nelle Marche e una testimonianza della devozione confraternale.

L’importanza dell’organo Callido aggiunge ulteriore valore, rendendola anche un punto di riferimento per gli appassionati di musica antica e liturgica.

Per Concludere

La Chiesa della Croce di Senigallia è molto più di un semplice edificio religioso. È un luogo di arte, di spiritualità e di memoria storica.

La sua sobria facciata cela un interno che sorprende e incanta, arricchito da capolavori come la pala di Barocci e le opere di Ridolfi e Anastasi.

Visitarla significa immergersi in un viaggio che unisce fede, arte e cultura, scoprendo uno dei tesori più autentici della città.

Per chi volesse vedere la Chiesa della Croce di Senigallia ecco la posizione su Google Maps: qui

N.B. L’immagine in evidenza e le altre immagini nell’articolo appartengono a StorieUrbane.it e se volete riutilizzarle potete citarne la fonte.

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