Fontana dell’anatra: storia, curiosità e leggende della Fontana delle Anatre di Senigallia
Origini e collocazione della Fontana dell’anatra
La Fontana dell’anatra, conosciuta anche come Fontana dell’anatra di Senigallia o Fontana delle anatre (talvolta chiamata anche Fontana dei Leoni), è uno dei simboli più caratteristici della città marchigiana. Sorge in Piazza del Duca, davanti al Palazzo del Duca, ed è un monumento che racchiude storia, arte e memoria civile.
Fu edificata tra il 1599 e il 1602 per volere di Francesco Maria II della Rovere, ultimo duca della casata. L’opera nacque come celebrazione del risanamento delle zone paludose delle Saline, un’area un tempo malsana e pericolosa per la salute pubblica. La scelta di collocarla non al centro della piazza, ma lateralmente, fu dettata dalla volontà di lasciare libero lo spazio destinato a parate e manifestazioni militari.
Il progetto fu affidato all’architetto Stefano de Tomaso, mentre l’approvvigionamento idrico avveniva tramite l’Acquedotto di San Gaudenzio, noto anche come acquedotto del Duca. Questo sistema idraulico moderno per l’epoca era probabilmente basato su resti di condutture romane.
Aspetto architettonico e decorazioni
In origine la Fontana dell’anatra era realizzata in pietra di Verona ed era decorata con quattro anatre in bronzo, opere dello scultore urbinate Donnino Ambrosi, fuse nella Zecca di Senigallia. Le anatre, posizionate in modo da sembrare sospese sull’acqua, ricordavano l’ambiente naturale delle Saline.
Nel corso dell’Ottocento, in particolare durante il restauro del 1889, vennero aggiunti i quattro leoni in pietra, che oggi affiancano le anatre. L’effetto visivo attuale unisce dunque due simbologie: da un lato la fauna acquatica, dall’altro la forza e la protezione rappresentata dai leoni.
L’insieme architettonico della fontana, con le sue vasche in marmo rosa e le decorazioni in bronzo e pietra, richiama i motivi rinascimentali e simboleggia la vittoria dell’uomo sulla natura selvaggia e incontrollata.
Il contesto storico e l’importanza dell’acqua
La storia della Fontana delle Anatre non può essere compresa senza ricordare il ruolo fondamentale che l’acqua ebbe per Senigallia.
Nel XVI secolo, la città era circondata da paludi insalubri, soprattutto nella zona delle Saline. Queste aree stagnanti rappresentavano un problema sanitario e sociale. Per affrontare la questione, la famiglia Della Rovere promosse la costruzione dell’acquedotto di San Gaudenzio, che permise di portare acqua potabile in città e di alimentare le fontane pubbliche.
Oltre alla Fontana dell’anatra, l’acquedotto riforniva anche la Fontana del Nettuno in Piazza Roma e la Fontana delle Oche, un tempo collocata nei pressi di Porta Braschi.
Queste fontane non erano soltanto elementi decorativi, ma vere e proprie testimonianze del dominio umano sulle acque, simbolo di igiene, progresso e prosperità.

Il Palazzo del Duca e la piazza
La fontana è strettamente legata al Palazzo del Duca, edificato nel XVI secolo da Guidobaldo II della Rovere e completato dal figlio Francesco Maria II. Non era una residenza permanente, ma una dimora di rappresentanza, destinata ad accogliere ospiti illustri.
All’interno del palazzo spicca il celebre soffitto a cassettoni realizzato da Taddeo Zuccari tra il 1553 e il 1555. L’opera è celebre per le allegorie, i giochi satirici e le figure grottesche che ne decorano le superfici, rappresentando uno dei capolavori artistici del Rinascimento marchigiano.
La Piazza del Duca, che ospita la fontana, era concepita come spazio aperto per esercitazioni e parate. Ecco perché la fontana non si trova al centro ma in posizione laterale, a sottolineare la funzione militare e rappresentativa della piazza.
Curiosità e leggende locali
La Fontana dell’anatra di Senigallia è avvolta anche da aneddoti, curiosità e leggende popolari:
- Le anatre di bronzo rappresentano il passato della città, quando le paludi erano popolate da uccelli acquatici.
- I leoni in pietra, aggiunti successivamente, simboleggiano la forza e il prestigio civico della città.
- Alcuni racconti popolari narrano che di notte le anatre possano muoversi o emettere suoni simili a richiami, ma si tratta di semplici leggende tramandate oralmente.
- Nel 1889, durante i restauri, le anatre furono temporaneamente rimosse e si temette che fossero andate perdute. Furono invece ritrovate e ricollocate.
Questi elementi hanno reso la fontana non solo un’opera d’arte, ma anche un punto di riferimento immaginifico per la comunità, che la percepisce come simbolo di continuità e memoria.
Restauri e stato attuale
Nel corso dei secoli la Fontana dell’anatra ha subito vari restauri, il più importante dei quali nel 1889, quando vennero aggiunti i leoni. Interventi di manutenzione sono stati eseguiti anche nel Novecento per preservare le decorazioni e garantire il corretto funzionamento idrico.
Oggi la fontana si presenta come uno dei luoghi più fotografati di Senigallia. Fa parte degli itinerari culturali della città, insieme al Palazzo del Duca e al Palazzetto Baviera, ed è considerata una delle attrazioni più rappresentative per chi visita la città marchigiana.
La Fontana dell’anatra nel turismo culturale
La visita alla Fontana delle Anatre rappresenta un momento chiave per comprendere l’identità storica di Senigallia. Inserirla in un itinerario turistico significa riscoprire il rapporto tra la città e l’acqua, tra rinascimento e modernità.
Chi visita la città può ammirarla in combinazione con il Palazzo del Duca, la Rocca Roveresca e le altre fontane ducali. La posizione, nel cuore del centro storico, la rende facilmente accessibile e ideale per una sosta contemplativa o fotografica.
Eventi e manifestazioni culturali che si tengono a Senigallia spesso utilizzano la piazza e la fontana come cornice, rafforzando il legame tra il monumento e la vita cittadina contemporanea.
Per Concludere
La Fontana dell’anatra non è soltanto un’opera d’arte rinascimentale, ma un simbolo del rapporto tra l’uomo e l’acqua, tra natura e civiltà. Le anatre e i leoni che la ornano raccontano la trasformazione di Senigallia, da città minacciata dalle paludi a centro fiorente grazie al controllo e all’uso sapiente delle risorse idriche.
Visitare questa fontana significa immergersi nella storia della città, nei progetti dei Della Rovere e nelle leggende che ancora oggi animano l’immaginario collettivo.
Un monumento che unisce estetica, funzione civile e identità culturale, rendendosi protagonista della memoria e del presente di Senigallia.
Per chi volesse vedere la Fontana delle anatre a Senigallia ecco la posizione su Google Maps: qui
N.B. L’immagine in evidenza e le altre immagini nell’articolo appartengono a StorieUrbane.it e se volete riutilizzarle potete citarne la fonte.
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