Museo Civico del Belriguardo: guida, storia, arte, curiosità e leggende
Il Museo Civico del Belriguardo si trova a Voghiera all’interno della Delizia di Belriguardo, storica residenza estiva degli Este attiva dal 1435 al 1598 e oggi custode di archeologia romana, Rinascimento ferrarese e arte moderna locale.
La sede museale, istituita ufficialmente nel 2001 dopo un trasferimento del 1994 nell’ex reggia estense, presenta sezioni archeologica, rinascimentale e moderna, affiancate da spazi didattici, con nuclei fondativi avviati già nel 1979 a Voghenza.
Dove si trova e contesto
Il complesso è inserito nella Delizia di Belriguardo, detta anche Castello di Belriguardo, a circa 15 km da Ferrara, ed è parte del sistema delle delizie estensi noto per l’eccezionale valore storico-artistico e paesaggistico rinascimentale. La delizia sorge in territorio di Voghiera, area legata alla necropoli romana di Voghenza e ai percorsi d’acqua storici come il Sandalo, che alimentarono peschiere e giardini della residenza.
Origini del museo
Il primo nucleo espositivo prese forma come antiquarium a Voghenza nel 1979, con reperti provenienti dal territorio e dalla chiesa di San Leo, grazie anche all’impulso di appassionati locali e alla Soprintendenza. Nel 1994 la collezione fu trasferita nella Delizia di Belriguardo e nel 2001 l’istituzione divenne Museo Civico, con successivi ampliamenti e nuovi percorsi scientifici curati da funzionari e archeologi regionali.
Le tre sezioni principali
Il percorso si articola in Archeologia, Rinascimento e Arte Moderna, con un impianto espositivo che valorizza sia le raccolte, sia gli ambienti monumentali storici come la cinquecentesca Sala della Vigna. La struttura integra spazi didattici destinati alle scuole, a riprova della vocazione educativa e territoriale del museo.
Sezione archeologica: Roma e Bizanzio
La sezione archeologica raccoglie materiali dalla necropoli del municipio romano di Voghenza databili tra I e III secolo d.C., con coppe in ceramica fine, anfore, vetri, balsamari, monili in oro e ambra, e stele funerarie, oltre alla documentazione delle indagini di scavo. L’esposizione comprende anche reperti tardoantichi e bizantini, tra cui pettini d’osso e avorio attribuiti a contesti successivi, a testimonianza della lunga continuità insediativa del territorio.
Reperti di eccellenza
Tra i pezzi segnalati nella letteratura divulgativa si ricordano oggetti in ambra e balsamari rari, unitamente a significative tipologie funerarie romane che illustrano commerci, status e ritualità del popolamento di Voghenza. Le 67 tombe della necropoli, citate nelle descrizioni locali, offrono una visione d’insieme dei corredi e dell’economia materiale in età imperiale nel Ferrarese.
Sezione rinascimentale: Sala della Vigna
La Sala della Vigna, prezioso ambiente cinquecentesco affrescato, costituisce il cuore della sezione rinascimentale e custodisce una ricca raccolta di ceramiche ferraresi databili tra XIV e XVII secolo. La sezione include inoltre un grande plastico dei giardini all’italiana della Delizia, con documentazione storica che aiuta a ricostruire l’aspetto originario del complesso residenziale.
Affreschi e maestri ferraresi nel Museo Civico del Belriguardo
Le fonti locali ricordano la presenza e il contesto dei grandi maestri della scuola ferrarese, come Garofalo e i Dossi, attivi negli spazi estensi, sebbene gran parte degli apparati sia andata perduta nei secoli. La Sala della Vigna spicca come unico salone superstite con cicli pittorici, emerso indenne rispetto alle trasformazioni funzionali che dal Seicento modificarono radicalmente la reggia.
Sezione d’Arte Moderna: Giuseppe Virgili
La Sezione d’Arte Moderna e Contemporanea del Museo Civico di Belriguardo rappresenta il cuore contemporaneo della Delizia, dedicato in particolare allo scultore voghierese Giuseppe Virgili e all’ospitalità di mostre temporanee. Collocata tra il torrione d’ingresso e gli ambienti adiacenti, ospita la Sala Giuseppe Virgili, che raccoglie sculture in gesso e terracotta, bozzetti, disegni e opere donate dagli eredi, offrendo un quadro completo della poetica figurativa del Novecento ferrarese.
Accanto a essa si trova la Pinacoteca Ottorino Bacilieri, con dipinti e grafiche di autori del territorio, insieme a spazi destinati a rassegne di arte contemporanea che rinnovano periodicamente il percorso espositivo. Una piccola sezione di archeologia industriale di fine Ottocento e primo Novecento arricchisce talvolta l’allestimento, creando un ponte ideale tra la memoria estense e la creatività moderna.
All’interno del torrione è inoltre conservata una raccolta di opere di Giuseppe Virgili, attivo tra il 1894 e il 1968, noto per i suoi soggetti figurativi in gesso e terracotta. Tra le sue opere pubbliche più rappresentative figura il Monumento ai Caduti presso la chiesa di Voghiera, che testimonia il profondo legame dell’artista con la memoria civile del territorio.
Delizia di Belriguardo: la reggia estense
La Delizia fu voluta dal marchese Niccolò III d’Este con posa della prima pietra nel 1435, risultando la prima residenza estiva di una Signoria europea e per questo definita “Versailles degli Estensi”. L’edificio fu ampliato dai successori, ospitò a lungo la corte e fu luogo privilegiato per soggiorni di protagonisti della cultura estense tra Quattro e Cinquecento.
Architettura e impianto
Il complesso presenta un ingresso sotto il torrione, un primo cortile porticato su tre lati e un secondo cortile su quattro, su impianto affine a modelli di villa all’antica diffusi nel gusto tardo medievale e umanistico.
La superficie originaria, tra palazzi e giardini, raggiungeva complessivamente almeno quaranta ettari, con articolazioni scenografiche che stupivano i visitatori.
Grandi giardini all’italiana
I giardini, noti dalle mappe tra XVI e XVII secolo, erano un sistema geometrico d’acqua e verde, entro cui le testimonianze letterarie riferiscono di perdersi tra canali e padiglioni. Indagini aeree moderne, in condizioni di siccità, hanno evidenziato tracce delle antiche geometrie confermando il disegno storico riportato dalle piante d’epoca.
Ospiti illustri: Lucrezia Borgia
Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara dal 1502, soggiornò frequentemente nella Delizia di Belriguardo, tra le residenze predilette della corte estense fuori città. Le testimonianze ottocentesche e moderne sulla sua presenza a Belriguardo rientrano nella più ampia ricostruzione dei movimenti della corte tra Ferrara, Voghiera e gli altri palazzi extraurbani.
Poeti e letterati alla corte
Tra Cinque e Seicento la corte estense intrattenne rapporti con grandi poeti come Ariosto, Tasso e Guarini, spesso citati in relazione alla vita di corte e alle delizie, con Belriguardo come scenario di soggiorni creativi. La presenza di Torquato Tasso nella seconda metà del XVI secolo a Belriguardo è ricordata nelle sintesi storiche sul complesso.
La svolta del 1598
Con la devoluzione del 1598, gli Este lasciarono Ferrara e la residenza di Belriguardo perse la funzione di reggia, venendo frazionata, spogliata e adattata a usi agricoli. Colonne e sale furono trasformate in stalle e granai, mentre arredi e apparati preziosi furono in gran parte dispersi, lasciando solo pochi ambienti leggibili.
Conservazione e restauri
Nonostante crolli e demolizioni, la Delizia è giunta all’età contemporanea grazie al frazionamento in molte unità abitative, che ne ha salvaguardato porzioni chiave come il torrione e la Sala della Vigna. I restauri novecenteschi e gli allestimenti museali hanno consentito di recuperare funzionalità culturali e di valorizzare le rimanenze rinascimentali.
Sarcofago di Claudia Ianuaria sotto il torrione
Sotto il torrione d’ingresso del Museo Civico del Belriguardo è esposto un sarcofago romano con iscrizione dedicata a Claudia Ianuaria, liberta attestata dalle epigrafi della necropoli di Voghenza; si tratta del contenitore sepolcrale proveniente dal contesto funerario romano locale, non della “tomba” ricostruita in situ, poiché il sepolcro originario comprendeva fossa, deposizione e corredo documentati in scavo e illustrati in vetrina e pannelli, mentre in questa sede museale è visibile il sarcofago epigrafato, databile all’età imperiale e utilizzato come fulcro didattico del percorso archeologico.


Percorso di visita
La visita combina ambienti monumentali e sale espositive, con la sezione archeologica al piano terreno e la rinascimentale nella Sala della Vigna, mentre la moderna è concentrata nel torrione. Il plastico dei giardini e i pannelli sui rinvenimenti di Voghenza aiutano a comprendere la relazione tra residenza estense e territorio romano sottostante.
Informazioni pratiche
Gli orari tipici indicano apertura da giovedì a domenica con fasce mattina e pomeriggio, oltre a tariffe differenziate e gratuità per i residenti, con accesso consentito ai cani secondo le disposizioni locali. Sono disponibili indicazioni stradali tramite il raccordo Ferrara–Porto Garibaldi con uscita Gualdo e collegamenti extraurbani in autobus, fermata Voghiera di fronte alla Delizia.
Accessibilità e servizi
La struttura ospita attività didattiche per scuole e percorsi guidati, con spazi dedicati alla divulgazione e alla mediazione culturale. La presenza di sale storiche e una distribuzione su più piani richiede di verificare sul posto eventuali ausili per la mobilità, considerata la natura monumentale del complesso.
Folclore e leggende
La fama di “Versailles degli Estensi” alimenta da secoli racconti di magnificenza, feste, spettacoli d’acqua e apparati effimeri nei giardini, tramandati dalle cronache e dalla tradizione locale. Le narrazioni su soggiorni di dame e poeti tra logge, vigne e peschiere restituiscono il carattere mitico della delizia, oggi ricomposto grazie a plastici e studi storici.
Curiosità storiche
Una celebre testimonianza quattrocentesca descrive Belriguardo come una dimora “tanto grande” e “ornata de picture excellentissime”, segno dell’impatto che ebbe sui visitatori del tempo. La pianta storica del 1598 e le foto aeree recenti hanno consentito di riallineare memoria scritta e tracce materiali dei giardini, confermando ipotesi sul disegno geometrico.
Il ruolo di Voghenza romana
La necropoli di Voghenza, nucleo della sezione archeologica, documenta un municipio romano attivo tra I e III secolo, con corredi che illustrano artigianato, commerci e rituali funerari. Le tipologie rinvenute, come vetri e balsamari, rimandano a scambi estesi e a pratiche cosmetiche e terapeutiche dell’élite locale.
Ceramiche ferraresi
La raccolta di ceramiche tra XIV e XVII secolo in Sala della Vigna testimonia botteghe e committenze del gusto estense, con forme e decori che dialogano con la cultura materiale della corte. Le ceramiche integrano la narrazione delle delizie come poli di rappresentanza, convivialità e spettacolo.
Giuseppe Virgili e il Novecento
La sala dedicata a Giuseppe Virgili valorizza una figura artistica radicata nel territorio, con opere in gesso e terracotta d’impianto verista e funzione civile. L’inclusione di Virgili lega il museo alla storia recente di Voghiera, creando continuità tra memoria antica e identità moderna.
Citazioni illustri
Le fonti ricordano l’ammirazione per Belriguardo sia in epoca estense sia nella letteratura storica novecentesca, con accenti sulla primogenitura europea della residenza estiva signorile. L’associazione con modelli vitruviani e “villa all’antica” è ricorrente nelle schede patrimoniali e negli studi regionali.
Eventi e vita contemporanea
Il complesso ospita periodicamente iniziative culturali, studi e incontri legati anche alle eccellenze gastronomiche del territorio come l’Aglio di Voghiera DOP, segno di una vitalità che reinterpreta l’eredità estense. Le mostre temporanee e personali, come segnalato per ceramisti, ampliano l’offerta oltre le collezioni permanenti.
Consigli di visita
Per cogliere l’unità tra museo e delizia, è consigliabile iniziare dagli ambienti rinascimentali della Sala della Vigna e proseguire nelle sezioni archeologiche, seguendo il filo del territorio da Roma al Rinascimento. L’osservazione del plastico e delle didascalie sui giardini permette di immaginare le quinte paesaggistiche originarie oggi leggibili solo in parte.
Perché è unico
Il Museo Civico del Belriguardo unisce tre piani di lettura rari in un unico luogo: la città romana di Voghenza, la magnificenza estense e l’identità artistica novecentesca di Voghiera. Questa stratificazione, dentro un’architettura principe delle delizie estensi, offre un’esperienza immersiva e filologicamente fondata.
Cronologia essenziale
1435: posa della prima pietra della Delizia di Belriguardo per volontà di Niccolò III d’Este, con completamenti a seguire e ampliamenti ducali. 1979: primo nucleo espositivo a Voghenza; 1994: trasferimento nella Delizia; 2001: istituzione ufficiale del Museo Civico.
Note sulla ricerca e sugli studi
Schede ministeriali e regionali confermano articolazione sezioni, provenienze e datazioni chiave, inclusa la specificità della Sala della Vigna e delle ceramiche ferraresi. Sintesi enciclopediche e portali turistico-culturali integrano quadro storico, architettonico e aneddotica sulla vita di corte e sugli ospiti illustri.
Impatto culturale
Belriguardo è un nodo identitario della pianura ferrarese: la sua storia incrocia amministrazione, spettacolo, agricoltura e rinascita museale, con valore educativo e turistico. Le collezioni attualizzano il racconto del paesaggio tra acque, vie di terra e produzioni artigianali, dal mondo romano ai secoli moderni.
Pianificazione della visita al Museo Civico del Belriguardo
Verificare sempre in loco l’aggiornamento orari e tariffe, tipicamente articolati su quattro giorni settimanali con fasce di apertura mattina e pomeriggio, inclusi ridotti e gratuità per residenti. L’accesso è agevolato da collegamenti stradali e bus extraurbani, con fermata adiacente all’ingresso monumentale.
Ecco la posizione google maps del Museo Civico del Belriguardo: qui
N.B. L’immagine in evidenza e le altre immagini nell’articolo appartengono a StorieUrbane.it e se volete riutilizzarle potete citarne la fonte.
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