Palazzetto Baviera di Senigallia: storia, arte, misteri e curiosità
Il palazzetto baviera di senigallia, conosciuto anche come Palazzetto Baviera, è una delle gemme storiche e artistiche più importanti della città di Senigallia. Situato in Piazza del Duca, questo edificio rinascimentale custodisce preziosi stucchi realizzati da Federico Brandani e racconta, attraverso le sue sale, una storia che unisce architettura, arte, leggende e curiosità.
In questo articolo scopriremo la sua storia, la descrizione architettonica, le decorazioni, i restauri, le tradizioni popolari e il ruolo che ancora oggi riveste nella vita culturale della città.
Storia e origini del palazzetto baviera senigallia
Le origini del Palazzetto Baviera risalgono al periodo medievale, quando già in quell’area esisteva un edificio che venne successivamente trasformato. La sua forma attuale si deve a Giovanni Giacomo Baviera, uomo di fiducia della famiglia Della Rovere e zio materno di Giovanni della Rovere.
Nel 1474, inviato dal papa Sisto IV, Giovanni Giacomo Baviera giunse a Senigallia per rappresentare il nipote, appena nominato signore della città. L’arrivo avvenne il 23 ottobre dello stesso anno e fu accolto solennemente dalla popolazione che consegnò le chiavi della città. A quel punto iniziò la ristrutturazione dell’edificio che divenne residenza della famiglia Baviera.
Il progetto è attribuito all’architetto Baccio Pontelli, anche se non ci sono documenti ufficiali che lo confermino. Nel 1512 la famiglia Baviera acquisì ufficialmente la proprietà del palazzo, che rimase nelle loro mani fino al XX secolo.
Tra il 1560 e il 1562, Giuseppe Baviera, nipote di Giovanni Giacomo, commissionò al grande artista urbinate Federico Brandani la decorazione a stucco delle sale del piano nobile.
Descrizione architettonica e cortile interno
L’esterno del palazzetto si presenta con linee sobrie, tipiche del Rinascimento. La facciata che si affaccia su Piazza del Duca è elegante e armoniosa, con finestre regolari e un portale centrale.
Il cuore dell’edificio è rappresentato dal cortile interno, organizzato su due ordini di colonne che ricordano i chiostri monastici rinascimentali. Al centro si trova un pozzo decorato, ornato con gli stemmi della famiglia Baviera, segno evidente dell’orgoglio nobiliare.
Il cortile, oltre a garantire luce e aria agli ambienti, era il luogo di rappresentanza, utilizzato per ricevimenti e incontri pubblici. La struttura architettonica riflette perfettamente i canoni estetici e funzionali dell’epoca.
Le sale decorate: stucchi di Federico Brandani
Il vero tesoro del palazzetto si trova al piano nobile, dove cinque sale sono interamente decorate con stucchi realizzati da Federico Brandani, uno dei maggiori interpreti dell’arte rinascimentale marchigiana.
Le sale sono suddivise per temi:
- Sala di Roma imperiale
- Sala di Roma repubblicana
- Sala dell’Iliade
- Sala di Ercole
- Sala dell’Antico Testamento
Ogni volta è decorata con scene che intrecciano episodi biblici, mitologici e storici. Le Fatiche di Ercole, i racconti della Genesi, le vicende epiche dell’Iliade e i momenti salienti della storia di Roma si susseguono in un percorso figurativo che unisce cultura classica e cristiana.
Brandani, maestro degli stucchi, riuscì a dare vita a un’opera che stupisce ancora oggi per ricchezza, armonia e raffinatezza dei dettagli. Figure umane, animali, motivi floreali e allegorie si intrecciano in un racconto senza interruzioni che accompagna lo spettatore in un viaggio nell’arte rinascimentale.
Danni, restauri e salvataggi
Il palazzetto ha attraversato secoli difficili, subendo danni e trasformazioni. L’episodio più grave si verificò con il terremoto del 30 ottobre 1930, che provocò lesioni strutturali e distacchi degli stucchi.
I restauri iniziarono negli anni Trenta con l’intervento della ditta Morpurgo e dello scultore Alberto Moroni di Perugia, che lavorarono al recupero delle decorazioni. Un ulteriore restauro fu avviato nel 1951 e altri interventi si susseguirono negli anni successivi.
La svolta definitiva arrivò nel 1947, quando la marchesa Barbara Marazzani Baviera Benedetti, ultima discendente della famiglia, donò il palazzo al Comune di Senigallia, imponendo la conservazione degli ambienti principali. La proprietà passò ufficialmente al Comune nel 1956.
Nel 2013 venne avviato un restauro completo che interessò soprattutto gli stucchi. Nel 2016 l’edificio beneficiò di fondi grazie al meccanismo dell’Art Bonus e nel 2017 il palazzetto venne finalmente riaperto come Casa Museo.
Orari, visita e mostre alla Casa Museo Palazzetto Baviera
Oggi il Palazzetto Baviera è visitabile come Casa Museo. L’apertura è garantita dal giovedì alla domenica e nei giorni festivi, generalmente dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00 nei mesi primaverili ed estivi. Nel periodo invernale l’orario si concentra nel pomeriggio.
Il biglietto intero è di 4 euro, con riduzioni per giovani, docenti e possessori di alcune tessere culturali. L’ingresso è gratuito per i minori di 18 anni. L’edificio è accessibile anche a persone con disabilità.
Oltre alla visita delle sale, il palazzetto ospita regolarmente mostre temporanee, esposizioni fotografiche e rassegne di pittura. Negli ultimi anni sono state allestite mostre dedicate al fotografo Elliott Erwitt e ad artisti marchigiani dell’Ottocento.

Leggende e curiosità locali
Il palazzetto non è solo un monumento, ma anche un luogo che vive di racconti popolari e leggende:
- Si dice che la famiglia Baviera fosse originaria della regione tedesca di Baviera, da cui avrebbe tratto il nome, anche se le prove storiche non sono certe.
- Secondo la tradizione, nelle notti di luna piena alcuni abitanti sostengono di aver udito sussurri e passi provenire dalle sale, come se i nobili del passato ancora abitassero l’edificio.
- La committenza degli stucchi da parte di Giuseppe Baviera fu interpretata come un atto di orgoglio e prestigio: attraverso queste decorazioni la famiglia intendeva dimostrare il proprio rango e la propria cultura.
- I restauri recenti hanno permesso di riportare alla luce alcune parti di stucco che erano rimaste nascoste da strati successivi, restituendo la bellezza originaria del lavoro del Brandani.
Ruolo culturale e importanza per Senigallia
Il palazzetto baviera di senigallia oggi rappresenta un pilastro del patrimonio culturale cittadino. Non è soltanto un edificio storico, ma un centro vivo di esposizioni e attività culturali.
Gli stucchi di Brandani lo rendono unico in tutta la regione Marche, mentre la sua trasformazione in Casa Museo ha reso possibile la fruizione pubblica di un bene che per secoli è stato legato a una famiglia nobiliare.
L’importanza dell’edificio è riconosciuta anche a livello nazionale: il palazzetto è stato inserito tra i beni culturali di interesse pubblico e beneficia di finanziamenti per la tutela attraverso l’Art Bonus.
Per la città di Senigallia rappresenta un punto di riferimento, un luogo identitario che racconta il passato e si proietta nel futuro attraverso eventi, mostre e iniziative didattiche.
Per Concludere
Il palazzetto baviera di senigallia è un tesoro rinascimentale che custodisce al suo interno capolavori artistici unici. Dalla sua fondazione con Giovanni Giacomo Baviera, alle decorazioni di Federico Brandani, ai restauri moderni, questo edificio ha attraversato secoli di storia senza perdere la sua bellezza e il suo valore.
Visitare il Palazzetto Baviera a Senigallia, significa compiere un viaggio nel Rinascimento, nella storia di Senigallia e nell’arte italiana. È un’esperienza che unisce cultura, bellezza e tradizione, rendendolo una delle mete più suggestive delle Marche.
Per chi volesse vedere il Palazzetto Baviera di Senigallia ecco la posizione su Google Maps: qui
N.B. L’immagine in evidenza e le altre immagini nell’articolo appartengono a StorieUrbane.it e se volete riutilizzarle potete citarne la fonte.
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