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Rocca Roveresca: Storia Misteri e Curiosità della Fortezza di Senigallia

La Rocca Roveresca si erge imponente al centro di Senigallia ed è uno dei monumenti più rappresentativi della storia delle Marche. Questa fortezza rinascimentale non è solo un capolavoro di architettura militare ma anche un luogo carico di vicende storiche, leggende, tradizioni e curiosità.

Nel corso dei secoli la Rocca ha vissuto trasformazioni radicali, passando da presidio difensivo a residenza signorile, da carcere a orfanotrofio, fino a diventare oggi un centro culturale e museale.

Il fascino della Rocca Roveresca non risiede soltanto nella sua struttura architettonica ma anche nelle storie che custodisce, nei segreti nascosti nelle sue mura e nelle suggestioni tramandate dal folklore locale.

Origini della Rocca Roveresca

Le origini della Rocca Roveresca risalgono a tempi molto antichi. Già in epoca romana la zona nei pressi del fiume Misa aveva un ruolo strategico per il controllo delle vie commerciali e degli accessi costieri. Non vi sono testimonianze monumentali rimaste, ma è probabile che nell’area fosse presente un presidio militare.

Nel XIV secolo il cardinale Egidio Albornoz, inviato pontificio, fece erigere una prima costruzione fortificata definita rocchetta. Questa struttura di dimensioni ridotte rappresentò la base su cui, nei secoli successivi, si sarebbero innestati ampliamenti e modifiche.

La rocchetta aveva scopo difensivo e serviva per garantire la stabilità del potere pontificio in una zona spesso contesa.

Nel XV secolo Sigismondo Pandolfo Malatesta intervenne sulla struttura, realizzando ampliamenti e rinforzi. Le fondamenta della Rocca Roveresca conservano ancora tracce delle opere malatestiane, visibili nelle parti più antiche del complesso.

La trasformazione sotto i Della Rovere

La vera e propria trasformazione della Rocca avvenne tra il 1476 e il 1482 grazie a Giovanni della Rovere, signore di Senigallia e nipote di papa Sisto IV. Giovanni affidò il progetto a due architetti di grande rilievo: Luciano Laurana, già impegnato nella progettazione del Palazzo Ducale di Urbino, e Baccio Pontelli, uno dei massimi esperti di architettura militare dell’epoca.

Laurana diede alla Rocca un’impostazione residenziale e curò il collegamento con le parti preesistenti, mentre Pontelli perfezionò la struttura difensiva con torrioni cilindrici agli angoli e mura rinforzate. Nacque così una tipica fortezza rinascimentale di pianura, caratterizzata da una pianta quadrata con quattro imponenti torri circolari agli angoli. Questa forma era ideale per contrastare i nuovi mezzi bellici introdotti nel Quattrocento, in particolare le armi da fuoco.

All’esterno furono incisi i motti “IO DUX” e “IO PRE”, abbreviazioni di Ioannes Dux e Ioannes Prefectus, chiari riferimenti a Giovanni della Rovere.

Episodi storici e vicende militari

La Rocca Roveresca è stata protagonista di numerosi episodi storici che hanno segnato la vita di Senigallia e delle Marche. Uno degli eventi più noti è la presa della città da parte di Cesare Borgia, detto il Valentino, nel 1503.

La conquista avvenne con un violento assalto che si concluse con una strage raccontata anche da Niccolò Machiavelli nel “Il Principe” come esempio di astuzia e crudeltà politica.

Nel 1533 Guidubaldo della Rovere istituì nella Rocca una scuola di artiglieria, segno dell’importanza strategica della fortezza. Con la fine della dinastia roveresca, nel 1631, Senigallia e la Rocca tornarono sotto il dominio diretto dello Stato della Chiesa.

Da quel momento la struttura venne destinata ad usi diversi: fu carcere pontificio, orfanotrofio e persino magazzino militare. La funzione residenziale e signorile lasciò progressivamente spazio a un utilizzo più pratico e meno prestigioso.

La Rocca Roveresca nel Novecento

Con l’inizio del XX secolo la Rocca Roveresca iniziò a essere rivalutata dal punto di vista storico e culturale. Dopo i danni e l’abbandono subiti nei secoli precedenti, negli anni Quaranta e Cinquanta furono avanzate diverse proposte di recupero. Si parlò di trasformarla in pinacoteca e biblioteca e successivamente in centro di studi di architettura militare.

Nel 1970 fu istituito al suo interno il Museo dei Centri Storici delle Marche, che divenne punto di riferimento per lo studio e la conservazione del patrimonio urbano della regione. Da allora la Rocca Roveresca è sede di mostre temporanee, eventi culturali e attività didattiche.

Architettura e caratteristiche difensive

La Rocca Roveresca è uno degli esempi più significativi di architettura militare rinascimentale. La sua pianta quadrata, i torrioni cilindrici, i camminamenti di ronda e i fossati testimoniano l’evoluzione delle tecniche difensive tra Medioevo e Rinascimento.

La struttura fu pensata per resistere agli assedi e per garantire difesa attiva. I torrioni permettevano di coprire ogni angolo e di colpire con le artiglierie in tutte le direzioni. Le mura spesse e rinforzate riducevano il rischio di crolli sotto i colpi delle bombarde.

Un elemento affascinante è rappresentato dalle scale elicoidali che collegano i vari livelli, pensate per consentire spostamenti rapidi anche in caso di attacco.

Passaggi segreti e vie di fuga

All’interno della Rocca Roveresca esistono passaggi segreti e condotti sotterranei che alimentano leggende e curiosità. Uno di questi percorsi parte dalla cappella interna e conduceva all’esterno della città.

Secondo la tradizione, durante l’assalto di Cesare Borgia, la duchessa Giovanna da Montefeltro, moglie di Giovanni della Rovere, sarebbe riuscita a fuggire attraverso questi cunicoli travestita da frate per raggiungere la Toscana.

Questi passaggi non sono oggi accessibili al pubblico per motivi di sicurezza, ma restano uno degli aspetti più suggestivi della fortezza.

Inoltre la presenza di prigioni molto anguste dalle foto su questa pagina potete vederne una.

Leggende e folklore

La Rocca Roveresca è circondata da racconti e leggende che hanno arricchito la sua fama nel corso dei secoli. Una delle più diffuse riguarda il fantasma di una donna, identificata da alcuni con Giovanna da Montefeltro. Si dice che nelle notti di luna piena la sua figura eterea appaia tra le mura della Rocca, come a vegliare ancora sulla città.

Un’altra leggenda narra dell’esistenza di un tesoro nascosto nelle fondamenta della Rocca. Secondo la tradizione popolare, durante i periodi di guerra i nobili avrebbero occultato ricchezze e gioielli in camere segrete sotterranee.

Molti anziani del luogo raccontano anche di strani scricchiolii e rumori notturni uditi durante i lavori di restauro del Novecento, interpretati come presenze di spiriti irrequieti.

Curiosità sulla Rocca Roveresca

Una curiosità particolare riguarda i motti incisi sulle mura esterne, spesso fraintesi dai visitatori. Alcuni credono che quelle scritte siano legate a simboli esoterici o a misteriose entità, quando in realtà sono semplici abbreviazioni dei titoli di Giovanni della Rovere.

Ogni estate, durante il Summer Jamboree, il famoso festival dedicato alla musica e alla cultura degli anni Quaranta e Cinquanta, la Rocca diventa teatro di concerti ed eventi, fondendo così la sua storia rinascimentale con atmosfere vintage.

Un altro aspetto suggestivo è il contrasto tra la funzione originaria di struttura bellica e l’attuale utilizzo come spazio espositivo e culturale, simbolo di come i monumenti possano rinascere con nuove identità.

Il museo e le esposizioni interne

Il percorso museale della Rocca Roveresca conduce i visitatori attraverso sale storiche, torrioni, scale e ambienti che un tempo furono residenza nobiliare. Le esposizioni permanenti includono documenti, pannelli didattici e ricostruzioni che raccontano la storia dei centri urbani delle Marche e dell’architettura militare.

Spesso la Rocca ospita mostre temporanee di arte contemporanea, esposizioni fotografiche e iniziative dedicate alla memoria storica. La fusione tra antico e moderno rende la visita un’esperienza dinamica e coinvolgente. Una delle più belle attualmente presenti nel museo nella Rocca Roveresca è “La Forma dell’oro”, storia di gioielli dall’italia antica.

Inoltre vi è anche una sezione dedicata alla G.I.S. La vera storia del gruppo di intervento speciale e una mostra di elmetti e baschi e divise militari.

Le sale interne conservano stemmi, decorazioni e dettagli architettonici che testimoniano l’antico splendore della residenza roveresca.

Visita alla Rocca Roveresca

La Rocca Roveresca è aperta al pubblico tutto l’anno con orari che variano a seconda delle stagioni. Il biglietto intero ha un costo contenuto e sono previste riduzioni per i giovani e ingressi gratuiti per i minori. Alcune giornate particolari come la prima domenica del mese e ricorrenze nazionali offrono accesso libero.

Il percorso è accessibile anche ai disabili, sebbene alcune aree antiche come i passaggi sotterranei non possano essere visitate per motivi di sicurezza.

Oltre alla visita museale, la Rocca è spesso sede di eventi culturali, concerti, conferenze e rievocazioni storiche che ne valorizzano la funzione di centro culturale cittadino.

Per Concludere sulla Rocca Roveresca

La Rocca Roveresca rappresenta non solo un monumento architettonico ma anche un simbolo dell’identità di Senigallia. La sua storia attraversa epoche diverse, dalle origini medievali al Rinascimento, dai drammi delle conquiste ai fasti delle residenze ducali, fino alla rinascita come museo e centro culturale.

Visitare la Rocca significa immergersi in secoli di storia, scoprire leggende popolari, ammirare l’ingegno architettonico dei maestri rinascimentali e vivere un’esperienza che unisce cultura, mistero e fascino.

Per chi volesse visitare la splendida Rocca Roveresca di Senigallia ecco la posizione su Google Maps: qui

N.B. Si ricorda che la prima domenica di ogni mese l’ingresso è gratuito e vale la pena visitarla.

N.B. L’immagine in evidenza e le altre immagini nell’articolo appartengono a StorieUrbane.it e se volete riutilizzarle potete citarne la fonte.

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