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William Wallace: vita, storie, leggende e curiosità del celebre eroe scozzese

William Wallace è uno dei nomi più evocativi della Storia scozzese e, più in generale, della lotta per la libertà dei popoli contro l’oppressione. Bandiera di un’intera nazione, la sua figura è circondata da eventi reali, leggende locali, folklore e curiosità che ne hanno arricchito la memoria nel corso dei secoli.

In questo articolo, esploreremo ogni aspetto della vita, delle gesta e dell’eredità di William Wallace.

Contesto storico e nascita di William Wallace

Nel XIII secolo, la Scozia si trovava in una fase di profonda instabilità politica. La morte di Alessandro III (1286) e di sua nipote Margherita, “la Giovane” (1290), lasciarono il trono senza un successore diretto, innescando la “Grande Cause” (Great Cause), una disputa per la corona scozzese tra diversi pretendenti, con l’arbitrato finale di Edoardo I d’Inghilterra. È in questo contesto che nasce William Wallace, attorno al 1270, probabilmente in una famiglia di piccola nobiltà (in parte discendente dagli antichi signori di Ellerslie) nella regione del Renfrewshire o dell’Ayrshire.

Le fonti medievali sulla sua nascita sono scarse e talvolta contraddittorie: alcuni cronisti indicano la contea di Ayr come luogo di origine, altri l’area di Lanarkshire. Tuttavia, i documenti storici (tra cui una lettera di Edoardo I del 1304 che menziona il suo nome”) attestano chiaramente la sua esistenza e la sua reputazione come ribelle scozzese.

Primi anni e formazione

La famiglia Wallace pare vantare un lignaggio modesto ma orgoglioso. Alcuni resoconti (come quelli del cronista inglese Walter Bower) suggeriscono che si formò all’arte della guerra già da giovanissimo, forse influenzato dalla continua rivalità di confine con gli inglesi. Non è provato che abbia mai intrattenuto rapporti con ordini militari come i Templari, ma è verosimile che abbia appreso l’uso di armi d’asse (asce, spade lunghe) e tattiche di guerriglia tipiche delle Highlands e delle Lowlands.

Nel 1295-1296, la situazione in Scozia precipitò: Edoardo I invase il paese, costringendo il Parlamento scozzese ad accettare la sua sovranità. Molti nobili si sottomisero, ma Wallace scelse la via della resistenza. Secondo leggende locali, Wallace avrebbe ucciso per primo un ragioniere inglese oppressore dei villaggi (un certo “William de Heselrig”), evento che avrebbe segnato l’inizio della sua campagna di guerriglia. Sebbene i dettagli siano confusi tra mito e realtà, è documentato che intorno al 1297 Wallace era già considerato un fuorilegge per aver guidato incursioni contro le guarnigioni inglesi.

L’ascesa di Wallace: la ribellione contro gli inglesi

La Battaglia di Stirling Bridge

Il punto di svolta avvenne nel settembre 1297, con la celebre Battaglia di Stirling Bridge (11 settembre 1297). Wallace, assieme al nobile Andrew Moray, organizzò le truppe scozzesi per attaccare un esercito inglese guidato dai fratelli Hugh e Andrew de Moray (non correlati a Andrew Moray scozzese).

Approfittando del terreno ristretto del ponte di Stirling e della scarsa coordinazione inglese, gli scozzesi inflissero una pesante sconfitta agli avversari, uccidendo migliaia di uomini e costringendo alla fuga il resto del contingente. La vittoria consolidò la reputazione di Wallace come leader carismatico e tattico geniale, e gli permise di farsi proclamare “Guardia della Scozia” (Guardian of Scotland) dal Parlamento di Scozia nell’aprile 1298.

Campagne militari successive

Dopo Stirling Bridge, Wallace ordinò razzie nei territori occupati dagli inglesi e accrebbe il numero di sostenitori. Tuttavia, nel luglio del 1298 dovette affrontare Edoardo I in persona nella Battaglia di Falkirk (22 luglio 1298), una delle più sanguinose del Medioevo scozzese. Nonostante l’eroica resistenza dei Wallace Men (gli uomini armati di scudo rotondo e spada corta), la superiorità tattica e numerica inglese, unita all’uso dei cavalieri pesanti e dei lunghi archi, determinò una disfatta scozzese. Wallace riuscì a sfuggire alla cattura, ma la sconfitta a Falkirk minò la sua posizione di leader supremo: abbandonato da alcuni nobili, rassegnò le dimissioni da Guardia della Scozia a favore di Robert Bruce e John Comyn.

Da quel momento, Wallace si dedicò principalmente a guerriglia, colpendo convogli inglesi e rafforzando insurrezioni locali. Si diffuse l’abitudine di “bollare” chiunque fosse sospettato di tradire la causa: vari cronisti riportano che Wallace, per rendere un esempio, legasse ai carri i traditori prima di mandarli di fronte ai suoi uomini, ma spesso queste storie rientrano più nella leggenda che nella cronaca precisa.

Cattura e processo di William Wallace

La fine dell’eroe arrivò tra il 1304 e il 1305. Dopo aver vagato per anni, spesso sotto falso nome (alcune leggende narrano che si travestisse da pellegrino o da mercante per sfuggire ai pattugliamenti), Wallace fu tradito da un nobile scozzese filoe­dovarese chiamato Sir John de Menteith. Tra febbraio e maggio 1305. Wallace fu catturato vicino a Glasgow, mentre cercava di raggiungere la Francia per ottenere aiuti contro gli inglesi. Non esistono fonti unanimi sulla dinamica esatta della cattura, ma è certo che Windik, un traditore locale, contribuì a individuare la sua posizione.

Condotto a Londra in catene, Wallace subì un processo lampo per tradimento il 23 agosto 1305. Il verdetto era già scritto: era accusato di aver preso le armi contro il re d’Inghilterra, tradendo quindi il giuramento di fedeltà (secondo le leggi inglesi dell’epoca). Durante il processo, è tramandato che Wallace opponesse un discorso fiero, rifiutando di riconoscere l’autorità di Edoardo I sulla Scozia, sostenendo invece che Scozia e Inghilterra fossero due regni indipendenti.

Esecuzione e impatto immediato

La condanna fu gravissima: William Wallace fu giustiziato a Tyburn (allora la principale forca di Londra) il 23 agosto 1305, con la terribile sentenza di “hanged, drawn and quartered” (impiccato, sventrato e squartato). Le cronache riportano che, mentre era appeso, Wallace gridò: “Freemen, all, stand fast, and save yourselves! For wha will be a traitor to me if be a traitor to Scotland!” (trad. – “Uomini liberi, rimanete saldi e salvate voi stessi! Chi sarà codardo con me sarà codardo verso la Scozia!”).

Quando venne privato della vita, Edoardo I ordinò che le sue membra fossero esposte in diverse città inglesi e scozzesi come monito: la testa fu posta su una lancia a Londra, mentre i quarti del corpo furono spediti a Newcastle, Berwick, Perth e Berwickshire.

La morte di Wallace, lungi dal schiacciare lo spirito di resistenza scozzese, lo fece diventare un martire e un simbolo: l’anno successivo, Robert Bruce divenne Re di Scozia e continuò la lotta fino alla storica vittoria di Bannockburn (1314). La causa di Wallace, cristallizzata nella memoria collettiva, influenzò le generazioni successive e nutrì il desiderio di libertà degli scozzesi.

Leggende e folklore locali

Intorno alla figura di William Wallace si sono stratificate nel tempo numerose storie, tramandate oralmente o registrate da cronisti successivi. Molti di questi racconti hanno un fondo di verità, mescolandosi a elementi folklorici.

Il mito della “spada più grande di un uomo”

Una delle narrazioni più celebri (e in parte visivamente immortalata nel Wallace Monument) riguarda la gigantesca spada attribuita a Wallace. Si dice che, dopo una vittoria contro una guarnigione inglese nei pressi di Abercorn, Wallace avesse recuperato una spada talmente enorme da richiedere due mani per brandirla. La leggenda sostiene che questa spada, lunga circa 1,67 metri e pesante quasi 5 chili, sia quella tuttora esposta nella Great Hall di Stirling Castle.

Tutti i rilievi tecnici (basati su misurazioni fatte nel XIX secolo) confermano le dimensioni eccezionali dell’arma: la lama è lunga circa 1,21 metri, il fodero è rivestito in cuoio con dettagli in ottone, e l’elsa in ferro battuto misura altri 46 centimetri.

Sebbene non si possa provare con certezza che quella spada appartenesse veramente a Wallace, l’analisi metallografica (condotta negli anni ’80 del XX secolo) ha indicato che l’acciaio risale al tardo XIII-inizi XIV secolo. Quindi, è plausibile che si tratti di un reperto autentico dell’epoca di Wallace.

Wallace’s Well (Pozzo di Wallace)

Un altro luogo ricco di fascino è il cosiddetto “Wallace’s Well”, situato nei pressi del villaggio di Abernethy, nell’attuale Perth and Kinross. Secondo la tradizione, Wallace vi si servì dell’acqua per sfuggire alle truppe inglesi durante una retata nel 1303. Una piccola lapide in pietra e un crocifisso segnano il punto esatto del pozzo, e ancora oggi i pendolari di questa zona riportano storie di viaggiatori che si dissetano al sito sperando di essere “benedetti” dalla fortuna di Wallace.

Documenti risalenti al XVII secolo confermano l’esistenza di un’infrastruttura medievale per la raccolta dell’acqua, ma non attestano direttamente Wallace. Tuttavia, la tradizione popolare è così radicata che ogni 23 agosto, in occasione dell’anniversario della morte, un modesto pellegrinaggio porta fiori e nastri alla “fonte di Wallace.

La leggenda del “Wallace Oak”

A circa due chilometri a nord di Midlem (vicino a Selkirk), nel cuore delle Borders scozzesi, esisteva fino al XVIII secolo un albero storicamente chiamato “Wallace Oak”. La leggenda narrava che Wallace si fosse fermato all’ombra di quell’enorme quercia prima di ingaggiare una battaglia contro gli inglesi. Si dice che proprio sotto i rami di quella quercia abbia pronunciato uno dei suoi discorsi più ispirati, incitando i contadini scozzesi alla rivolta. Purtroppo, l’albero venne abbattuto nel 1770 per far spazio a terreni agricoli, ma alcuni ceppi e radici vennero preservati da storici locali e oggi si trovano esposti nei musei di Selkirk e di Edimburgo.

Curiosità veritiere su William Wallace

Oltre ai fatti storici e alle leggende locali, esistono dettagli meno noti ma altrettanto affascinanti che riguardano la figura di Wallace.

Il cuore di Wallace e il suo destino

Quando Edoardo I decise la destinazione delle membra di Wallace, ordinò che il suo cuore fosse sfigurato e consegnato a Berwick, mentre le gambe furono inviate a Newcastle. Tuttavia, un racconto tramandato da Sir Walter Scott, pur in larga parte romanzato, sostiene che un servo di Wallace riuscì a recuperare il cuore e a portarlo in Scozia, nascondendolo in un’urna di piombo. Questa urna sarebbe poi stata sepolta nella chiesa di Elcho, vicino a Perth. Nel XIX secolo, alcuni lavori di restauro portarono alla luce un vecchio contenitore metallico con all’interno ossa e ceneri, attribuite (ma non confermate da analisi moderne) proprio al cuore di Wallace. Oggi, il municipio di Elcho conserva alcuni frammenti di quel contenitore, ma l’identificazione scientifica del contenuto resta controversa.

Il ruolo dei Templari nella sua formazione militare?

Molte leggende popolari sostengono che Wallace, durante i suoi viaggi giovanili, ebbe contatti coi Cavalieri Templari rifugiatisi in Scozia dopo la soppressione dell’ordine (1312). Tuttavia, trattandosi di un’ipotesi successiva alla sua morte (1305), è quasi impossibile che Wallace abbia beneficiato di un’istruzione marziale templare. Più plausibile è che apprenda le tecniche di guerriglia dai combattenti locali, come i Border Reivers e i clan delle Highlands, famosi per le tattiche di imboscata e l’uso di armi leggere e facili da trasportare.

L’uso della catena di ferro e delle armi

Nei resoconti di alcuni cronisti (per esempio John Barbour, nel poema epico “The Brus” del 1375), si enfatizza la figura di Wallace che brandisce un’enorme catena di ferro, come fosse una sorta di flail (sfere d’acciaio collegate da catena). Queste descrizioni, seppur suggestive, rispondono più a un’esigenza di drammatizzare il personaggio che a fatti realmente documentati. In realtà, non esistono reperti archeologici che attestino l’uso sistematico di catene come arma da parte di Wallace: è più probabile che impiegasse spade a due mani (hand-and-a-half sword), asce da battaglia e lance.

Eredità culturale e monumenti dedicati

Il Wallace Monument di Stirling

Forse il più celebre tributo a William Wallace è il Wallace Monument, un’imponente torre neogotica alta 67 metri eretta sul “Abbey Craig”, a nord di Stirling, nel XIX secolo. Inaugurato nel 1869, questo monumento è costruito in arenaria rossa e ospita al suo interno una sala dedicata al “pensiero di Wallace” (Hall of Heroes), uno spazio espositivo con reperti dell’epoca e una galleria di eroi scozzesi. Al centro, è custodita una replica (o, secondo alcuni, la spada originaria) dell’arma di Wallace. La vedetta sommitale offre un panorama sulla valle del Forth e sul ponte di Stirling, teatro della famosa battaglia del 1297. Ogni anno, migliaia di visitatori si recano al monumento per commemorare l’eroe scozzese e apprendere la Storia delle Guerre di Indipendenza.

Musei, cimeli e itinerari turistici

Oltre al Wallace Monument, altri luoghi di interesse includono:

Stirling Castle: la Great Hall ospita, dal XV secolo, la presunta spada di Wallace.

The National Wallace Monument Library & Exhibition: (nel complesso del Monument) offre documenti, mappe antiche e diari di cronisti medievali.

The Scottish Borders: in varie località (come Selkirk, Midlem e Dunglass), si organizzano tour guidati per ripercorrere le tappe della ribellione di Wallace, con visita a siti come l’antico villaggio di Lanark e le rovine del Castello di Uddingston.

Elcho Church (vicino Perth): dove è custodito il presunto contenitore del cuore di Wallace.

Questi itinerari, spesso coordinati dalle associazioni storiche locali (come la Wallace Society of Scotland), offrono anche rievocazioni in costume, mercati medievali e serate di storytelling (racconto di storie tipiche di Highlands e Lowlands).

William Wallace nel cinema e nella letteratura

La figura di Wallace ha ispirato numerose opere letterarie e cinematografiche, sia in Scozia che all’estero. Tra le più famose:

Braveheart” (1995): diretto e interpretato da Mel Gibson, pur vincendo cinque premi Oscar (tra cui Miglior Film), il film è noto per le numerose imprecisioni storiche (come il kilts e le complesse relazioni con la principessa Isabella).

William Wallace: Brave Warrior” (1998): un documentario storico più attento alle fonti, prodotto dalla BBC, che analizza le prove documentarie e le conseguenze politiche delle sue imprese.

Poemi e cronache medievali: sebbene John Barbour nella sua opera “The Brus” (1375) si concentri maggiormente su Robert Bruce, menziona spesso le gesta di Wallace come fonte di ispirazione per i successivi patrioti scozzesi.

Anche la letteratura contemporanea ha rivalutato la figura: romanzi storici come “Stone of Destiny” di David B. Madigan o saggi accademici sulle tattiche militari di guerriglia hanno rinnovato l’interesse per le strategie di Wallace.

Per Concludere

La figura di William Wallace continua a rappresentare l’ideale della lotta per la libertà e il coraggio di sfidare un potere sovrastante. Dalla sua nascita incerta nei confini scozzesi fino alla tragica esecuzione a Londra, passando per le vittorie eroiche a Stirling Bridge e le gloriose battaglie di guerriglia, ogni aspetto della sua vicenda ha contribuito a forgiare un mito che attraversa i secoli.

Leggende locali come il Wallace’s Well e il Wallace Oak testimoniano il radicamento profondo della sua memoria anche nei villaggi più remoti, mentre la colossale spada di stirling rimane un simbolo tangibile del suo coraggio.

Curiosità come il destino del suo cuore, le teorie sull’influenza templare e la diffusione del suo culto nei drammi letterari e cinematografici confermano quanto il personaggio sia sfaccettato.

“Anche se la celebre parola ‘Freedom!’ (Libertà!) urlata da Mel Gibson in Braveheart è frutto di finzione cinematografica, il desiderio di libertà che animò William Wallace fu assolutamente reale e continua ancora oggi a ispirare generazioni.”

Ecco un video stupendo del film Braveheart, del discorso finale prima della battaglia:

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