Il caso della morte di Sabina Ghirello e la scoperta dell’accumulazione compulsiva in Italia

A Paderno Dugnano nel comune di Milano non si parla altro che della morte di Sabina Ghirello, una accumulatrice seriale di 64 anni, che è stata trovata morta in casa, insieme al cadavere mummificato della madre di 90 anni, Pasqualina Munerato.

La casa della famiglia Ghirello era sempre stata un po’ trascurata, piena di oggetti e mobili accumulati nel tempo, e i vicini raramente vedevano le due donne.

La scoperta dei corpi è stata fatta dopo che i vicini si sono preoccupati per la mancanza di segni di vita nella casa delle Ghirello, e hanno chiamato i carabinieri.

Quando i militari sono entrati nella casa, hanno trovato Sabina morta in avanzato stato di decomposizione, mentre la madre Pasqualina era stata nascosta in una grossa cassapanca sigillata con nastro isolante.

Secondo gli investigatori, Sabina potrebbe aver nascosto il decesso della madre (non è escluso anche questo per cause naturali) per continuare a incassare la pensione di reversibilità della madre, che era stata accreditata fino all’ultimo su un conto a cui la figlia aveva libero accesso.

Sabina, trovata anche lei senza vita in casa, ha ritirato i soldi dell’anziana madre fino alla fine, e raccontava ai vicini che l’aveva portata in ospizio.

La storia ha destato scalpore in Italia, e ha portato alla ribalta il fenomeno dell’accumulazione compulsiva, una patologia che porta le persone ad accumulare oggetti in modo incontrollato e a vivere in condizioni precarie.

Inoltre, la vicenda ha evidenziato il problema della solitudine degli anziani e della difficoltà di identificare i casi di persone che vivono in condizioni di isolamento e di degrado.

Di certo una cosa molto macabra solo al pensiero.

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